Grafologia teorica e pratica

Vademecum per decidersi a fare il tatuaggio

Pennini. Oggi voglio fare un discorso un po’ diverso dal solito, ma sempre in tema con la nostra sfera tipica.
Quello che avete visto in foto è il mio primo orgogliosissimo tatuaggio fatto il giorno 18 novembre 2022 alla Dragonfly Tattoo a Spinea. Erano le 9.30 e mi trovavo al parcheggio del locale già da 10 minuti.
La tensione era piuttosto alta, ormai da due anni procrastinavo cercando di capire se l’idea di un tatuaggio fosse decente quanto reale, e nel frattempo ero agitata, non sapevo se tutto quel teatrino era solo una commedia da bassi fondi oppure se stessi davvero facendo la cosa giusta, ma era ormai tardi e arrivati a quel punto non si poteva tornare più indietro. La caparra era stata data e l’appuntamento lo avevano fissato quasi un mese prima, era inutile lagnarsi, la frittata era fatta dal momento in cui avevo accettato prima il regalo e poi, per la seconda volta, il sì alla conferma dell’appuntamento.
 
Non dico che stessi sudando, ma il mio cervello di sicuro aveva perso una o due meningi per strada.
 
Una volta sul lettino la ragazza mi guarda e dice: “ sei pronta? ”
Avevamo fatto almeno 5 prove diverse a pennarello, provando e riprovando ad identificare come diavolo mettere in piedi quel disegno.
All’inizio avevo in mente dei pensieri che poi una volta sintetizzate sulla pelle mi avevano reso veramente l’idea di cosa significasse averlo davvero sulla pelle; a quel punto misi le idee in chiaro e dissi: “ così va bene. Puoi partire. ”
 
La ragazza è stata spettacolare e per due ore non ho avuto particolari dolori. Il tratto era delicato e per quanto a tratti potesse risultare fastidioso, era gestibile.
 
Quando ho visto il risultato finale ho capito che tutte le mie paure erano infondate.
 
    1. È un’idea passeggera o un desiderio reale?
È ovvio quanto non lo sia. Tatuarsi è facile, levare il disegno è difficile se non impossibile, quindi è bene chiedersi se e quando fare il tatuaggio. Il mio consiglio per distinguere un desiderio passeggero da un desiderio reale è senza dubbio il fattore tempo. Se siete di fretta e non avete tempo di pensarci, avete appena composto il cocktail perfetto per rischiare un bel casino. Il tatuaggio non è una necessità di vita, perciò prendetevi il tempo necessario, a costo di metterci un anno o due, e lasciare decantare questa idea. Se dopo un periodo ristretto di tempo vi rendete conto che la cosa era una frizzantina idea del momento, a cui magari nemmeno pensate più, sappiate che avete scampato un bel casino.
    2. La paura del cambio di idee.
Si sa… un tatuaggio è per la vita e non sai se un giorno cambierai mai idea al riguardo. Consiglio sempre di associare l’immagine scelta a qualcosa che difficilmente cambierà nel tempo e cioè alle parti della vostra personalità che sono storiche e che difficilmente cambieranno col passare del tempo. Io ho scelto di dedicare a me stessa questo disegno facendo una ode al mio essere rompicoglioni, chiara e decisa: niente di meglio della mitica Navi di “ The legend of Zelda – ocarina of time ” per raggiungere questo obiettivo.
Io amo profondamente quella fatina matta come un cavallo, ma sempre preoccupata per Link. ( per chi non lo sapesse, Navi parla così: https://www.youtube.com/watch?v=wOFVrjL-XBM&t=15s&ab_channel=MDBzTv  );
    3. La paura di stancarvi del tatuaggio: la tecnica del neo.
Non importa quanto grande sia una imperfezione della pelle: è là, e continuerete a portarvela fino al giorno del vostro trapasso. Se mai dovesse stancarvi un tatuaggio, prevenite la cosa e fatelo in una zona che non avete costantemente sotto gli occhi, nel tempo sarà sempre più abitudinario vederlo in quei pochi momenti della giornata che alla fine nemmeno più vi accorgere della sua presenza, esattamente come per un neo o qualsiasi altra imperfezione della pelle dovuta ( per esempio ) ad un piccolo incidente domestico come una bruciatura.
    4. Facciamo il tatuaggio insieme?
Io sono d’accordo al 50% con questa metodologia. Difficile ma non impossibile trovare relazioni durature sopra cui dedicare un tatuaggio. Se ci sono persone per cui o con cui vorrete fare un tatuaggio, pensateci sempre una volta in più prima di effettuarlo. Se mai quella persona dovesse in un futuro rappresentare un dolore più che un bel ricordo, testate bene la solidità della vostra relazione e al peggio scegliete immagini ambigue che possano assumere un significato secondario di emergenza che possa sostituire l’intenzione iniziale.
 
Queste sono solo alcune tecniche di fondo che io ho sviluppato nella mia testa per affrontare la cosa con la massima calma ( che poi… Io proprio dico di essere calma XD , vabbè passiamo al prossimo sketch ) e con l’idea che per quanto sia una cosa permanente, è qualcosa di vivo che vi portate addosso esattamente come vi portate addosso i capelli e le braccia.
Un tatuaggio secondo me non è un capriccio per persone spostate, ma una volontà di mostrare a tutti e soprattutto a noi stessi cose profonde che anche se non verranno comprese, sapranno che voi ci avrete provato e che nessuno potrà mai imitare qualcosa di tanto personale.
 
E poi diciamolo, ad un certo punto metteteci anche la vostra paura dentro quella penna indelebile. Anche la paura serve e non sarà vana. Promesso.
Detto questo: cosa è per voi un tatuaggio? È un capriccio o uno stile di vita?
Quale messaggio profondo o addirittura superficiale avete addosso a voi?
Possono vederlo tutti o sono prerogative di una ristretta cerchia di persone?
A colori o in bianco e nero?
Avete il coraggio di raccontarne la storia oppure la tenete nascosta, magari raccontando una fregnaccia per accontentare i curiosi?
In fine: è per voi o per loro?
 
Sempre vostra, Iro Järvinen
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