Pennini. Sembra una cosa fuori dal mondo, ma quando si lavora per sé stessi le cose cambiano.
Non ci sono più orari, non c’è più badge da marcare o sempre lo stesso tragitto in auto da fare avanti e indietro giorno per giorno.
La mia storia non è diversa dalla storia di migliaia di italiani che ogni giorno decidono di cambiare vita, ma non per questo è meno originale della loro.
Negli anni mi sono sempre vista come una sfaticata che non si impegna poiché ogni giorno che perseguivo dentro una azienda era essenzialmente un giorno vuoto.
Marca il badge, apri la serranda del negozio, mettiti alla cassa e spolvera scaffali quando non devi seguire clienti.
Che tristezza. Mi svegliavo la mattina con l’amaro in bocca e la consapevolezza che non sarei mai stata in grado di arrivare a fine turno senza sospirare e dire: siamo solo a lunedì sera. E vi giuro: c’erano più lunedì che venerdì nelle settimane.
Nella mia vita ho fatto lavori di tutte le salse per i peggiori compensi, ma nella speranza di venire valorizzata, abbassavo la testa e mi davo da fare; ogni giorno ero sempre più esausta e stufa dello scorrere del tempo troppo lento eppure… non avevo né le idee né la voglia di fare nulla di diverso.
Mi ricordo che la domenica pomeriggio già sentivo il senso di colpa di non essermi rilassata abbastanza, delusa dal fatto che il giorno dopo sarebbe ricominciata la sofferenza.
Ma non avevo alternative. Non avendo conoscenze né soldi, non potevo nemmeno immaginare una attività: si sa, la partita IVA è costosa, e se non hai un consolidato giro di clientela non ti conviene nemmeno immaginare una cosa simile… pena trovarti a casa una tassa dell’Agenzia delle Entrate da pagare sul tuo sogno di lusso.
Passava il tempo, e devo essere sincera quella routine stava diventando sempre più facile da seguire.
La mia famiglia è una famiglia che mi ha insegnato a fare la dipendente, perché questo è il modo più onesto e sicuro che ritenessero importante insegnarmi a perseguire.
Nulla da dire: ci sta. E io l’ho imparato.
Fra l’altro mi chiedevo: cosa potevo offrire io? Cosa sapevo fare? Niente!
Che abilità avrei potuto offrire? Che servizio esclusivo potevo creare? Non sapevo nemmeno da che parte girarmi in ufficio! Figurarsi gestirlo.
Ma gli anni passavano… e non mi andava di lavorare e basta.
Ero riuscita poi a venire a conoscenza di un corso tutto particolare sulla grafologia.
Che male c’era? Corsi il venerdì sera e il sabato mattina; e così parlando con il mio responsabile delle risorse umane gli dissi: che ne pensi se faccio qualche ora così e colà? Così quella roba la finisco prima e posso uscire il venerdì nel primo pomeriggio…
Fortunatamente era una persona ragionevole e con qualche ritocco i miei turni coincisero con il mio desiderio di imparare qualcosa.
Dal 2016 al 2019 seguii tutto d’un fiato il corso e riuscii il 24 novembre 2019 a discutere la mia tesi argomentata sulla base dell’uso incrociato di test proiettivi e analisi grafologica per dare sfumature più precise riguardo la personalità dell’assistito.
Concluso quel percorso… mi fermai.
Ci vollero tre anni e un nuovo fidanzato, ma la mia vita letteralmente decollò. Non potevo crederci!
Dedicando 9 ore a settimana ad un corso per tre anni ero diventata qualche passo più vicino a me stessa… e con la persona giusta accanto trovai il coraggio e mi licenziai.
Era un posto a tempo indeterminato… ma anche un contratto con la più lenta e dolorosa morte cui potevo sottoporre la mia anima.
Avevo finalmente qualcosa da offrire!
Avevo la base per concretizzare veramente un sogno! Perché non provarci? Perché non partire?
La paura era ed è tutt’ora concreta.
I primi 2 anni di attività sono sempre i più lugubri.
Ma a questo proposito voglio dire una cosa: non sono sola. C’è una ragazza… non posso e non voglio fare il nome, ma so che lei sta leggendo, e l’importante è che sia lei a capire di chi sto parlando.
Grazie a lei ho fatto un piano. Ci abbiamo impiegato un anno, e oggi, oggi siamo qui grazie anche al suo coraggio e alla sua determinazione.
Con il post di oggi che cosa voglio dire?
Che il coraggio e la determinazione non bastano per fare successo o fortuna: ci vuole preparazione, impegno e soprattutto avere chiaro l’obiettivo.
Se non sapete che cosa volete dalla vostra vita, prima di tutto mettete in chiaro che cosa non volete e poi, dedicate piccole parti di tempo a cose nuove.
Oggi più che mai il mondo è una polveriera di idee, occasioni e cambiamento.
Il mio consiglio è: se volete una vita nuova, prima di tutto datevi il coraggio di sognarla e poi… sperimentate! Leggete! Provate! Fate anche quello che non vi piace. È là la risposta! È dove non sapete nulla che troverete tutto.
E così oggi ho un programma preciso, una routine, fra cui appuntamenti settimanali per la cura di me stessa. Sì, perché non dovete solo lavorare, ma anche prendervi cura della vostra mente e del vostro corpo. Se volete stare bene, se volete di più andate da chi lo sa già fare.
Abbiate il coraggio di sentirvi degli incapaci: solo così avrete chiaro che meritate di imparare.
Se pensate di sapere tutto… imparare non fa per voi, il pieno non permette di acquisire altro.
Il vuoto con un livello da raggiungere sì.
Grazie a Castorly Stock per l’immagine.
Sempre vostra, Iro Järvinen.
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