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Lo stigma della pazzia e le “ soluzioni semplici ” - Consulenze Grafologiche - Laura Settimo / La Grafologia
Grafologia teorica e pratica

Lo stigma della pazzia e le “ soluzioni semplici ”

A me l’orecchio Pennini! Stare male fisicamente è una condizione semplice da individuare: hai un taglio alla mano, un livido oppure hai mangiato qualcosa di avariato e vomiti, a quel punto vai all’ospedale e là il corpo medico si darà da fare per te nel miglior modo possibile e finisce là, non c’è niente altro da dire… ma il mondo fa schifo e come sempre il sogno di tutti è un mondo migliore ( che poi… migliore: tutti abbiamo un ideale diverso al riguardo ); ma proprio grazie a questo doppio nodo, le persone quando cercano qualcosa che le faccia sentire psicologicamente bene, si lasciano “ annodare ” da malintenzionati che vogliono a tutti i costi ( sia consapevolmente che, ahimè i peggiori, inconsapevolmente ) sfruttare questa realtà così dolorosa a vostro scapito.
I confronti con sedicenti operatori che si occupano di benessere psicologico, sono all’ordine del giorno e, diciamolo, non è facilissimo riuscire a tenervi testa.
Quando non siete sicuri, quando le cose vi puzzano, mettete sempre un freno e domandatevi dove sono le prove e i dati di fatto che confermano o screditano le parole di queste persone.
Eh sì, loro usano bellissime e altisonanti parole che vanno nel nostro profondo e ci fanno sognare al punto da farci desiderare ancora di quella afrodisiaca melodia.
Un po’ come le Sirene di Ulisse: vi attirano a loro e poi vi distruggono.
 
Ma noi abbiamo dalla nostra parte molte armi e la prima fondamentale è: il dato di fatto basato sulla consapevolezza di come è la realtà, e cioè dura e fredda.
Il dato di fatto è sempre molto doloroso, impersonale, perché identico per tutti. Non importa quali o quante belle parole usino, se quello è un coltello con sopra il sangue di qualcuno, non c’è bella parola che possa reggere, lì è successo qualcosa.
 
I sedicenti operatori che vendono servizi per il benessere prima di tutto devono mettere bene in chiaro la differenza fra malattie organiche e malattie non organiche.
La prima consapevolezza sulla realtà è fondata sull’idea che questa fregnaccia che il cancro si cura ridendo deve finire, se davvero ridere fosse la soluzione dei problemi credo che le spese per la ricerca oncologica potrebbero benissimo venire tagliate per andare in altri reparti.
 
C’è un problema più grosso però, come se non bastassero le truffe in ambito organico, si aggiungono senza pietà le truffe in ambito “ meno ” organico, un sintomo dei disagi di tipo emotivo, comportano una fretta e una incapacità di attesa da parte delle persone che ne soffrono, che le conducono a credere a qualunque cosa venga loro propinata pur di stare bene e non sentire più ansie e angosce di vaia natura.
A questo punto voi mi direte: come faccio ad avere la mente aperta a distinguere se mi stanno truffando nel momento in cui io sto male e loro mi propongono una bella soluzione che, addirittura, è veloce?
Ecc’allà il nodo: soluzione semplice e veloce a problema complesso e lento.
I disagi emotivi come tutte le difficoltà di tipo psicologico, sono causate o da problematiche psichiatriche ( e a quel punto ci vuole lo psichiatra per raggiungere un risultato ottimale ) oppure sono il risultato di abitudini mentali non salutari, che, ahimè, sono condizioni COMPLESSE e si possono sistemare solo con il supporto medico - sanitario di competenza e, più di ogni altra cosa al mondo, con l’impegno a seguirne i consigli in modo articolato e altrettanto complesso.
 
Quando questi truffatori vi incontrano, conoscono bene una cosa che voi ( ahimè sentite ma non riconoscete ) e si tratta dello stigma della pazzia e senza pietà lo useranno contro di voi.
L’idea che ci sia qualcosa che non va nella mente mette subito in allarme la persona perché da sempre la pazzia è sinonimo di una malattia incurabile che può essere usata come pretesto per far allontanare l’individuo dalla società: chi è pazzo non è più una persona, ed è una vergogna.
Questo stigma spaventa in modo inconsapevole milioni e milioni di persone che pur di dimostrare di essere persone sane, preferiscono usare unguenti, rimedi “ naturali ”, incensi, sigilli, amuleti,… e chi più ne ha più ne metta, piuttosto che sentirsi dei pazzi.
La vergogna ci porta a non prendere atto della situazione che si vive e a “ risolvere ” le cose da persone “ sane ”, e quando vi dicono che il vostro disagio psicologico è imputabile a qualcosa di organico e non a qualcosa che dipende dalla vostra mente, dal vostro volere, allora asseriscono al vostro desiderio di essere persone sane e quindi vi “ danno pienamente ragione ” e anzi: “ capiscono ” la vostra condizione e “ vogliono aiutarvi ”.
A questo punto non solo si sono guadagnati la vostra fiducia, ma vi hanno addirittura venduto il mondo migliore che volevate estorcendovi denaro e “ regalandovi ” a buon prezzo ( un prezzo che crescerà sempre di più ) la pace con voi stessi che tanto desideravate.
 
Queste persone sono vergognose, non la pazzia.
La “ pazzia ” non è nulla di vergognoso. Anzi! Essere “ pazzi ” è una parola estremamente generica che non significa assolutamente nulla.
A me quando dicono “ pazzo ” viene in mente Einstein con i capelli colorati che fa la linguaccia… fate conto voi quanto è descrittiva. La pazzia è una parola completamente inutile che non descrive nulla. È come dire di avere un brutto male fisico. Può essere tifo, colera, eczema, asma, raffreddore… e poi? Niente! Non abbiamo detto nulla.
 
Quando si ha una diagnosi da un operatore con una laurea vera, allora si può parlare di cose come la schizofrenia, il bipolarismo, ossessioni, allucinazioni, ecc… è essere pazzi? Avete idea di quante persone attorno a voi vanno dallo psicologo o dallo psichiatra? Sono certa che come ogni reparto dell’ospedale, ci saranno appuntamenti fissati a distanza di due o tre anni da quanto la lista risulti lunga.
La vera pazzia è altro.
Nessuno merita di venire definito pazzo, tanto meno voi stessi.
La vera pazzia è sperare che tutto vada bene perché non vi piace affrontare i problemi, non tanto perché è da sfaticati, ma quanto perché un giorno quei problemi busseranno alla porta per l’ennesima volta e più li ignorerete e più grossi diventeranno, fino a distruggervi nella maniera meno prevedibile possibile.
 
Quello che voglio dirvi oggi è: non c’è alcuna vergogna ad avere bisogno di aiuto. Siamo esseri sociali e se mai chiederete aiuto, scoprirete che come voi ci sono milioni di persone che hanno disagi anche più profondi del vostro e che non si faranno alcun problema a farvi sentire come e uguale a loro. Si è più uniti nell’aiuto che nella perfezione.
 
La perfezione è un diamante freddo e doloroso che brillando farà sentire tutti coloro che vi circondano indegni della vostra presenza, e vi lascerà soli.
Nel bisogno diventiamo tutti uguali e allora sì che nascono bellezze che solo il pianeta umano può dare.

Grazie a Polina Tankilevitch per l'immagine
 
Sempre vostra, Iro Järvinen
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