Pennini. Ringrazio di cuore la vostra attenzione, e spero sempre di essere all’altezza delle vostre aspettative. Il post di oggi riguarda proprio questo: come un desiderio e una aspettativa di soddisfazione possono diventare più un problema che una soluzione.
Quando abbiamo un desiderio, è facile attivarsi nel mondo dell’internet per cercare di soddisfarlo, ma finché si tratta di un aspirapolvere nuovo, sappiamo che dobbiamo romperci l’anima a cercare l’offerta migliore e le cosa finisce lì una volta trovato il prodotto adatto alle nostre esigenze.
Ma quando succede che desideriamo un benessere psicologico migliore… ecco che si aprono i santi e le madonne.
La realtà è che sappiamo che vogliamo stare meglio, ma non abbiamo alcuna forma fisica che possa aiutarci ad inquadrare ciò di cui abbiamo davvero bisogno.
A quel punto cominciamo a cercare fra i corsi di yoga, i tarocchi, i gruppi motivazionali dove saltano in gruppo per un’ora gridando che vogliono raggiungere l’obiettivo, e mille mille altre cose.
Quando si entra in questo campo minato sappiate che sarà un massacro. Troverete di tutto e spesse volte comprerete prodotti e vi farete esperienze molto negative che potrebbero costarvi caro.
Allora è fondamentale allenarsi a guardare, ma soprattutto ad ascoltare, non a cercare. Quando state cercando avete già escluso una fetta considerevole di informazioni.
Pensateci bene. Quando state cercando qualcosa, partite già dal presupposto che non tutto ciò che vi contorna contiene quello di cui avete bisogno, quando, nel momento in cui vi rendete conto che tutto è portatore di informazioni allora iniziate davvero a smettere di escludere cose.
L’apertura costante succede quando non ci pensate e non vi aspettate nulla. Quando lasciate perdere e vi dedicate al vostro caffè pomeridiano nel bar di sotto.
Questo tipo di “ posizione mentale ” ( non sapevo come classificarla con parole migliori ) viene sostenuta da molti fattori, ma soprattutto grazie a due presupposti basilari: sentirsi al sicuro e un’aspettativa quasi completamente assente, proprio come quando siete al bar.
La ricerca di significati profondi viene spesso aiutata dal mondo esterno, e le risposte più interessanti nascono senza dubbio nei “ luoghi ”, “eventi ”, “ casualità ” che vi circondano ogni giorno.
Ogni giorno parliamo con persone di varia natura vuoi per un motivo, vuoi per un altro, e senza dubbio ogni motivo è utile.
Ma allora, quando stiamo conversando con qualcuno che ha qualcosa che ci interessa ( positivo o negativo che sia ), come facciamo a tenere la mente aperta e a non farci “ ingannare ” dal cercare quella cosa?
In primo luogo è importantissimo considerare che quella “ sensazione ” potrebbe provenire da due fonti completamente diverse: lo scatenarsi di emozioni che sono legate ad un vecchio ricordo, oppure da reali dettagli che abbiamo notato ma che non abbiamo ancora effettivamente identificato.
Il problema è che il più delle volte è addirittura un mix delle due cose.
Ma come facciamo a gestire le cose e distinguerle?
Con due azioni: la prima si fa ogni giorno, allenandosi a conoscere sé stessi e ad acquisire nuove informazioni sulla struttura della realtà materiale e della mente umana, in questo modo impariamo prima a riconoscere le componenti della nostra mente, e poi a sistemarle in ordine, ognuna al suo posto. Voi mi direte: ma io conosco me stesso. Io vi dirò: sì e no. La vita è un continuo conoscere noi stessi, ma in caratterologia ( specialmente in Jung ) si spiega come la mente abbia 4 funzioni principali contrapposte fra loro a due a due e che la natura della mente è usarne due in modo funzionale e attivo e le altre due ( le opposte alle precedenti ) in maniera disfunzionale e passiva.
Sono queste due ultime che ci creano maggior problemi, in quanto sono proprio quelle che vengono usate contro di noi nel momento in cui dovessero venire attivate da terzi che sanno usare quelle funzioni. A questo proposito un’azione preventiva importante è conoscere e dare posto a tutte e 4 le funzioni con un lavoro su di esse.
C’è chi sa usare le proprie emozioni e chi invece è critico e pratico: se i due dovesse incontrarsi storcerebbero il naso a vicenda perché uno risulterebbe troppo esuberante e l’altro un pezzo di ghiaccio.
Questo perché a causa dei neuroni specchio, in entrambi gli interlocutori viene attivato “ il pacchetto di funzioni opposto ” che mette a disagio tutti e due in quanto non lo sanno usare.
A questo proposito, questo esempio è “ benevolo ” nel senso che i due non hanno alcuna motivazione a manipolare l’altro ( si manderanno a ‘fanculo appena possibile ).
Nel momento in cui dovremmo affrontare un manipolatore, ecco che lui potrebbe usare contro di noi le nostre funzioni “ disagiate ”.
Perciò fatta la prima azione continuativamente in modo passivo ( non ci si pensa troppo… lo si fa quando si ha tempo, ecc… ) ecco che saremo pronti per il passo successivo, riconoscere che cosa l’interlocutore cerca di attivare in noi per usarlo a suo vantaggio, e noi a nostra volta distingueremo che cosa attiva e come riconoscerlo che è “ roba nostra ” e che lui sta cercando di attivarla per farci soffrire e proporci un prodotto che possa risolvere quella sofferenza che lui ha attivato.
Davanti ad un attacco velato e deliberato alla nostra persona, dove l’interlocutore cerca di farci capire di avere qualcosa di prezioso per noi, il primissimo passo è prendere tempo. Un segnale pericolosissimo è dato dalla pretesa dell’interlocutore di sbrigarsi a compiere o non compiere un determinato gesto per o contro di noi.
Vogliono venderci a tutti i costi quella cosa? Le cose di valore non le si trovano mai facilmente, specialmente se a buon prezzo.
Le “ cose ” di reale valore hanno alcune caratteristiche fondamentali:
1. un rapporto qualità prezzo accettabile;
2. si trovano dopo una ricerca medio – lunga o lunga;
3. non possono essere massivamente prodotti a livello nazionale o internazionale da una sola azienda;
4. sono sempre disponibili e reperibili ( difficilmente ci sarà una limited edition );
5. siete voi a cercare il prodotto, non il contrario;
6. c’è del positivo e del negativo. Un prodotto perfetto non è un vero prodotto;
Vedete? Esattamente come per i prodotti in vendita, un insegnamento di valore, che sia adatto a noi, non può essere qualcosa di massivo e facile da reperire. Quindi se già siete nella situazione in cui qualcuno tenta di convincervi che la loro è l’occasione d’oro ( e fra l’altro costa una follia ), potete pure rimanere ad ascoltare la sua fretta, ma quello non è il modo giusto per darvi qualcosa di utile per voi.
Se doveste accettare nell’acquisto di un prodotto fra questi ( o di un servizio ) dovete vedere se poi quella scelta porta a sopperire al vostro desiderio di benessere oppure no. Se non siete in grado di andarne fuori e siete punto e a capo… bittate via tutto e ricominciate: ma sappiate che non sarà mai stata una spesa inutile, in quanto vi ha insegnato che non volevate quella cosa ma qualcos’altro e se mai rincontrerete quell’offerta in futuro: saprete dire di no.
Altri segnali che possono esservi utili sono senza dubbio l’atteggiamento dell’interlocutore: vi porta forse prove concrete con fonti reperibili al suo riguardo? O vi sta solo ammaliando con luccicanti storielle? Perché spesse volte la dialettica viene usata in modo subdolo attivando cose nella vostra mente per aggirare i vostri blocchi di sicurezza.
( per maggiori dettagli potete leggere il mio articolo dedicato ai blocchi di sicurezza cervello, abitudini e una grafologa curiosa )
Per tenere la mente aperta perciò dobbiamo allenarci ad avere fiducia nelle nostre capacità e per farlo dobbiamo dimostrarlo ogni giorno a noi stessi.
Se abbiamo paura, se siamo sfiduciati, significa che non stiamo facendo i passi giusti verso le abilità di cui abbiamo bisogno per affrontare tutte le conversazioni, anche quelle apparentemente innocue ma che portano con sé la voglia di intrappolarci in un acquisto di cui non abbiamo bisogno.
A questo proposito se non sapete la differenza fra fiducia e fede, ho un articolo proprio per voi - la mia fede e il mio dio
L’aspettativa deve essere commisurata alla vostra esperienza: se avete più paura e ansia che sicurezze, mi dispiace ma allora non siete ancora a vostro agio con voi stessi, e avete bisogno di più training.
Per conoscere meglio se stessi è meglio sempre rivolgersi ad un professionista, se voi non userete le vostre “ cose ” psicologiche per voi, mi spiace ma lo faranno gli altri al posto vostro.
Prendetevi del tempo per riordinare la mente, e per riconoscere che la gente non vede voi ma una proiezione di sé stessa.
Se le persone fossero davvero in grado di vedere chi hanno difronte non esisterebbero 3 religioni diverse basate sullo stesso “ vecchio testamento ”.
Le interpretazioni sono basate su chi legge e non su chi scrive.
E voi? Dove trovate benessere? In che prodotti o servizi?
In attesa di vostri commenti, auguro buona giornata.
Grazie a Daisy Anderson per l’immagine.
Sempre vostra, Iro Järvinen
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