Carissimi Pennini :) bentornati sul nostro foglio di carta bianco dove possiamo scrivere e inchiostrare tutto quello che vogliamo :)
Sapete… giusto stamattina ripensavo a vari concetti grafologici, quando un piccolo tarlo mi ha dato abbastanza filo da torcere. Si trattava di una mia delusione. Sapete ritengo di essere una persona aperta e di ampie vedute… purtroppo non tutti coloro che conosco la pensano così nei miei riguardi.
Questo allora cosa significa? Che mi considero aperta quando non lo sono?
Andiamo per gradi.
Quando si parla di relazioni con gli altri è difficile districarsi in quanto la complessità della stessa rende estremamente difficile parlarne in modo chiaro, quindi facciamo come si fa in chimica: partiamo da una situazione standard ( 25° C, 1 Atmosfera di pressione, a volume noto, ecc. :P ) e cerchiamo di semplificare il tutto.
Definiamo l’obiettivo: come facciamo a sapere se oggettivamente siamo di ampie o strette vedute?
Per chi non lo avesse letto, invito a dare uno sguardo sul mio precedente articolo riguardo la selettività dell’essere umano ( https://www.lagrafologia.eu/site/dettaglio.php?id_noticia=11 ) per contestualizzare meglio ciò di cui andremo a discutere.
La mente umana, per quante indiscutibili potenzialità abbia, è sempre un organo con i suoi limiti sia a livello biologico sia a livello psichico.
Mi preme moltissimo rendere consapevoli i miei lettori che le persone non sono macchine in cui versare dati sperando che vengano recepiti tutti senza un filtro; il cervello è costituito da tre sotto-unità che lavorano in sinergia per permetterci di definire i propri bisogni e di raggiungere i propri obiettivi in relazione con la propria società.
Avete mai sentito parlare del fatto che quando fra due persone si comunica una informazione, circa il 99% dell’informazione di partenza viene persa nell’atto di comunicarla?
Ora pensateci un attimo: è possibile non rimanere “vittime” di questa profonda selettività?
Avere la mente aperta quindi implica automaticamente che in altre sue parti essa sarà chiusa. È un po’ come quando due amiche si trovano in mezzo al chiacchiericcio della folla al mercato e comunque riescono a parlarsi, non prestano attenzione al rumore di contorno ( che per quanto venga inevitabilmente percepito, non verrà elaborato dalla mente ), ma “sintonizzano” la loro attenzione nella comunicazione sostenuta col proprio interlocutore in quanto si ritiene valevole di grande interesse.
Abbiamo un nuovo elemento nel nostro “gioco”: l’interesse.
Tutti noi abbiamo interessi di varia natura e generalmente ( per quanti possano essere ) i nostri interessi sono un numero limitato e adeguato al nostro stile di vita ( anche per una questione di tempo: se si sta cucinando non si può essere al parco a fare jogging ).
Adesso definiamo bene che cos’è l’apertura mentale: trattasi della capacità di accogliere le novità e i cambiamenti oltre che il fatto di permettere loro di modificare le nostre abitudini e la nostra quotidianità permettendogli quindi di far parte della nostra vita e di modificarla sia nel breve che nel lungo periodo. Un esempio è una nuova procedura burocratica di cui usufruiamo annualmente che potrebbe renderci la vita più complicata in quanto ci sono dei nuovi passaggi da effettuare, questo ci potrebbe dare molto fastidio in quanto dovremmo capire che cosa è necessario fare di nuovo e ripetere annualmente il nuovo iter.
A questo punto io proporrei di chiederci: siamo abituati ad essere accoglienti nei confronti delle novità? Io risponderei: sì e no.
Perché dipende da quali novità arrivano e quali siamo pronti ad accogliere.
Sapete, conosco una persona ( veramente più di una ) che non sopporta proprio la galassia LGBTQ.
Adesso io non voglio essere giudicante nei confronti di queste persone, questo non è il contesto, ho preso gli omofobi come puro esempio ( e sono certa che anche voi ne conoscete almeno uno ).
Ora, essere intolleranti nei confronti di queste persone è una conseguenza di secoli di emarginazione e chiusura nei confronti di una realtà, oltre che un dato di fatto, innegabile; la realtà in questione è che queste persone esistono e hanno il diritto di avere il proprio posto nel mondo. Queste persone sono quindi chiuse di mente? Io risponderei dicendo: sì, ma nel contesto dell’opinione riguardante la comunità LGBTQ. Magari queste perone nel loro ambito lavorativo sono frizzanti e sanno sfruttare le novità del momento, addirittura facendo uno splendido lavoro nell’accoglienza di nuove idee anche dai colleghi subordinati valorizzandone l’attività. Quindi si può dire a questo punto che questa persona è aperta di mente nel lavoro? Sì, io risponderei di sì.
A questo punto abbiamo capito che l’apertura a novità e cambiamenti è un abilità subordinata agli ambiti di interesse e di quotidianità.
Poi diciamocelo, c’è chi è chiuso anche nei confronti delle proprie stesse abitudini e vuole mantenere lo status quo a prescindere. Ma io direi che a quel punto la persona è consapevole di non tollerare variazioni al programma e non servirà certo qualcuno che glielo faccia presente, anzi lo infastidirebbe ancora di più.
Lato utile: questa persona sarà stabile nella sua quotidianità e sapremo sempre cosa aspettarci nei suoi riguardi.
Lato critico: questa persona non sarà in grado di effettuare alcun cambiamento senza una grande sofferenza e una profonda remora davanti a qualsiasi novità.
E poi ci sono persone abituate alle incessanti dinamiche della vita che le porta ad aprire quasi completamente le proprie porte e che non si tirerà indietro davanti all’opportunità, specialmente se inaspettata.
Lato utile: saranno individui creativi, liberi, brillanti, pronti all’avventura e imprevedibili.
Lato critico: non saprete mai cosa aspettarvi, non saranno facilmente reperibili e saranno sempre presi da mille stimoli, magari saranno anche organizzati, ma non avrete modo di imbrigliarli alle regole inscatolandoli in un programma, quindi state freschi se vorrete tenerli sotto controllo.
Ora torniamo alla domanda iniziale: come fate a sapere oggettivamente se siete aperti di mente quando magari vi considerate tali, ma avete dei feedback negativi da vostri conoscenti?
La prima cosa che vi chiedo è: qual è la vostra area di interesse principale? Quella dove agite più spesso. Per dire, se siete una dirigente a tempo pieno, quante volte vi è successo di sentirvi dire che siete chiuse in rapporto a quante novità avete accolto e sfruttato integrandola nel vostro quotidiano lavorativo?
Da questo momento in poi prendetevi un tempo di monitoraggio dove osservate e ponete attenzione al vostro comportamento riguardo alle novità ( da qualunque parte arrivino ) nel vostro contesto lavorativo ( tenendone conto ) e a quanti e quali feedback ( selezionando in che contesto sono stati riportati questi commenti ) vi vengono riferiti, ma soprattutto se le persone coinvolte sono di opinione influente o non influente nei vostri riguardi.
Se tutti i colleghi vi riportano che siete di mente chiusa e allo stesso tempo tendete a respingere le novità quando vi capitano, provate a chiedervi se nella vostra area di interesse avete una percezione errata del vostro comportamento.
Il segreto di tutto questo quindi è: osservare il dato di fatto e commisurarlo all’attendibilità della sua natura.
Vi faccio un esempio per capire meglio questa frase.
Se l’apprendista appena arrivato nel vostro ufficio ( quindi una persona di poca influenza, la cui opinione è abbastanza poco consapevole ) propone a voi dirigenti un cambio radicale di rotta aziendale perché ha notato che la vendita del vostro prodotto nel supermercato sotto casa ha avuto un calo del 2% sul totale la settimana precedente, quando il profitto generale è in crescita del 30%, forse questa proposta è poco pertinente e non ha ragione di venire applicata. In questo caso la proposta non viene certamente accolta non tanto per chiusura mentale, ma perché razionalmente non è un piccola fluttuazione del genere che può mettere in allarme un’intera azienda.
D’altro canto se un collega di vostra pari esperienza ( quindi di una grande influenza ) che ha progettato e studiato con dati di fatto alla mano ( quindi con la valutazione di una previsione di mercato ) come una alternativa strategia di mercato basata su di una tecnologia emergente possa mettere in luce l’azienda portando addirittura il titolo di avanguardia nel mercato, non viene considerata perché si teme il cambiamento, allora considerate seriamente di non avere la mente aperta proprio dove dovreste averla.
In conclusione: perdonatevi se non avete la mente completamente aperta a tutto, non per questo sarete delle persone giudicabili negativamente a prescindere, ma valutate con dati di fatto alla mano, magari scrivendovi le osservazioni oggettive ( la mente tendenzialmente scarta le informazioni che di solito non vengono osservate abitudinariamente, quindi scrivervi tutto vi aiuterà ad essere più oggettivi ) in che contesto state valutando la vostra apertura mentale e se in generale accettate o meno novità ( e la loro entità ). Valutate bene quante e quali novità introducete nella vostra vita e ( soprattutto ) tenete conto di chi vi da un feedback positivo e sulla base di quali dati di fatto questo feedback è stato emesso.
Would you like to repeat with me?
1. Come facciamo a sapere se oggettivamente siamo di ampie o strette vedute?
2. La mente apre selettivamente le proprie porte chiudendone altre;
3. L’esempio della folla;
4. Mente aperta: capacità di accogliere e integrare le novità;
5. Chi è chiuso: lati utili e lati critici;
6. Chi è aperto: lati utili e lati critici;
7. La vostra valutazione oggettiva: come farla?
8. In conclusione.
Pennini inchiostrati! Anche oggi ho detto la mia e attendo il vostro feedback per creare una riflessione e per sapere se ci sono imprecisioni o incomprensioni al riguardo. Io avevo in testa il 100% delle informazioni, ma credo vi sia arrivato l’1% di tutto, quindi io direi di conservarlo e farlo fruttare :)
Auguro una bellissima serata! La vostra Iro Järvinen
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