Quando penso alle persone che dichiarano a qualcuno di frequentare o di voler frequentare uno psicologo ( o peggio ancora: uno psichiatra ), penso che sovente succeda che quel qualcuno spalancherà gli occhi e mentalmente farà un passo indietro pensando .
Essere pazzi è da sempre considerato un male incurabile che nessuno vorrebbe avere o averci a che fare, perché un pazzo fa cose insensate e strane, un pazzo può essere violento contro sé stesso o peggio contro gli altri, un pazzo non è in grado di essere parte produttiva della società, in quanto un pazzo non può lavorare e produrre come una persona normale. Un pazzo è una disgrazia senza soluzione che pesa sulle spalle della società.
Un pazzo è un umano che non piace.
Tutti hanno paura di un pazzo, perché un pazzo non è prevedibile e non si può comunicare con lui come si farebbe con una persona "normale".
Ma davvero credete di sapere cosa significa essere pazzo? È veramente riducibile solo quella ( veloce e ridotta ) vergognosa lista di giudizi che ho appena messo sotto i vostri occhi?
Ma peggio ancora: ma credete davvero di sapere chi sia e come funzioni correttamente un umano?
Un umano piace quando ha un lavoro.
Un umano piace quando si alza alle 7 e va in ufficio fino alle 17.30 e poi cena con i figli e la moglie che ha preparato da mangiare dopo che ( concluso il suo orario lavorativo ) ha passato l’aspirapolvere e fatto il bucato.
Un umano piace se è altruista e non ha problemi economici.
Un umano piace se non ha debiti e non compie crimini.
Un umano piace se ha un partner del sesso opposto, e non lo tradisce con un altro partner di nascosto.
Un umano piace se dice la verità ed è sempre onesto.
Un umano piace se va in chiesa tutte le domeniche e dona la questua al papato ( povero non ha altri anelli d’oro da donare ai poveri ).
Un umano piace se ha voti alti a scuola senza copiare e non fa uso di stupefacenti.
Un umano piace se va a dormire alle 22 e non guarda film violenti ( tipo “Bambi” ).
Riassumendo: un umano piace se fa quello che dite voi.
Ma voi chi siete per pensare anche solo una di queste cose?!
Nel passato, e per passato intendo prima degli anni ‘60, essere pazzi era un biglietto di sola andata per l’ospedale psichiatrico, subendo non solo il proprio malessere e sofferenze interiori, ma anche i maltrattamenti disumani senza alcuna giustificazione di operatori sanitari che, definirli animali, è un’offesa agli animali.
Essere pazzo significava venire tagliati fuori dalla società ( uno fra gli innumerevoli modi possibili...in quanto bastava davvero poco per venire giudicato male e allontanato, specialmente se facente parte di una classe sociale poco abbiente )
Chi siete voi per dire quando un umano funziona “bene”? Quando voi stessi non funzionate minimamente se pensate che questo sia l’unico modo per cui un essere umano debba funzionare bene.
Chi è l’umano che piace?
L’umano che puoi capire, prevedere e poi raggirare se necessario. È un umano con dei limiti chiari e standard che possono essere sfruttati.
Ma siete sicuri che l’umano che piace sia lo stesso umano che funziona?
Io credo che l’umano che funziona: sia quell’umano che sa mostrare i propri difetti e ne fa addirittura una ricchezza e non una infamia, a costo di subire il giudizio altrui.
Io credo che l’umano che funziona: sia l’umano che non giudica, ma gestisce.
Io credo che l’umano che funziona: sia l’umano che agisce pensando e valutando le cose in modo complesso e non preso dall’istinto di ciò che gli piace o non gli piace a prima vista.
Io credo che l’umano che funziona: sia l’umano che se compie un errore ha il coraggio di ammetterlo e correggerlo, senza che la sua autostima ne venga colpita negativamente.
Io credo che l’umano che funziona: sia l’umano che nonostante abbia ragione, non infierisce più del dovuto contro la persona che, di proposito, gli ha arrecato un danno.
Io credo che l’umano che funziona: sia l’umano che sa darsi dei limiti sani.
Io credo che l’umano che funziona: sia l’umano che bada prima di tutto ai dati di fatto e non alle opinioni.
Io credo che l’umano che funziona: sia l’umano che sa dire di no anche se questo significa perdere l’approvazione di persone per lui importanti.
Io credo che l’umano che funziona: sia l’umano che accetta la realtà per ciò che è e non per quello che dovrebbe essere, e soprattutto la sfrutta nei suoi aspetti positivi.
Io credo che l’umano che funziona: sia l’umano che non è manipolabile e che sa riconoscere chi cerca di illuderlo con false promesse.
Io credo che l’umano che funziona: sia l’umano che sbaglia, corregge e prosegue.
Io credo che l’umano che funziona: sia l’umano che si evolve.
Io credo che l’umano che funziona: non possegga necessariamente tutte queste caratteristiche insieme.
Un pedofilo consapevole della propria tendenza sessuale e preferisce castrarsi chimicamente piuttosto di fare del male ad un bambino, è molto più sano del padre di famiglia che non lava i piatti e non fa il bucato perché lo considera un lavoro da donne.
Ma torniamo ai pazzi: perché un pazzo è un essere meno meritevole di un malato di cancro?
Credete che perché un uomo ha la mente spezzata allora sia colpa della sua volontà o che sia pigro e non voglia comportarsi bene? Che basti guardare un film comico per uscire da una depressione?
Il cervello è un organo di una complessità e di una delicatezza davvero incalcolabili. Tutt’ora gli studi su di esso sono davvero ancora poca cosa.
La pazzia è tutt’ora una generalizzazione di una moltitudine di significati complessi, e in piena fase di studi, che nemmeno possiamo immaginare.
La mente si può spezzare in qualsiasi modo e la sua predisposizione alla manifestazione di patologie psichiatriche è molto più comune di quanto non si immagini.
La depressione, la schizofrenia, il disturbo da stress post traumatico, il bipolarismo, l’anoressia, la bulimia, la sociopatia, le psicosi, le nevrosi...e potrei andare avanti per ore, sono tutte patologie che tutti possiamo arrivare a manifestare esattamente nello stesso modo in cui tutti potremo un giorno avere il cancro.
Ma perché temiamo tanto la “pazzia” e invece riteniamo degli eroi coloro che affrontano un tumore?
Questa è una discriminazione nata principalmente dall’idea che chi è pazzo prima di tutto fa paura e può essere pericoloso, ma soprattutto che si può venirne fuori con la volontà, perché si ha l’idea che sia una non voglia di impegnarsi come “ tutte le persone normali ” ( ma non diciamo altre cazzate e proseguiamo )
Esattamente come il diabete di tipo 1, non basta una dieta sana e un po’ di sport: servono farmaci a vita e le cure di uno specialista.
La volontà non risolve tutto!
Non basta crederci e tutto si risolve!
La volontà ha dei limiti! Mettetevi in testa che nessuno è il padreterno e nessuno può tutto. Nessuno. E lo ripeto di nuovo: nessuno può tutto.
La volontà ha i suoi limiti e quei limiti sono diversi: il tempo limitato, il contesto sociale, la propria quotidianità e la propria genetica ( senza stare qui ad elencarli tutti...ma i principali sono questi ).
Basta con questa storia che puoi essere e avere tutto quello che vuoi: perché è una fregnaccia, non è assolutamente vero!
L’essere umano che piace, vuol dire che è l’essere umano che ci compiace.
Il mondo dove tutti si amano e si coccolano nell’altruismo è una sciocchezza che non avverrà mai. Se fosse possibile questa cosa non solo non ci sarebbero conflitti fra persone, ma non ci sarebbero nemmeno conflitti dentro noi stessi.
Non siete capaci di non litigare con voi stessi figurarsi fra 8 miliardi ( su per giù ) di persone.
Tutti abbiamo paura di chi non possiamo prevedere: tutti abbiamo paura dei pazzi, la realtà è che loro non hanno altro che la mente spezzata.
Vedrete quella mente spezzata come un peso, ma quel peso vi impedirà di rovinare la vostra vita.
La mia percezione della mente mi porta a vederla come un elastico: comprende un minimo di due estremi, e quando è molto ricca porta in sé molti punti di tiraggio attorno cui l’elastico in questione si attorciglia.
Se uno o più estremi tirano troppo verso di sé, l'elastico prima si deforma e poi si spezza. in ogni caso la conseguenza non è più riparabile, ma solo adattabile in modo estremamente limitato.
Ciò significa che la mente non tornerà mai più come prima, ma si dovrà aiutare la persona ad allentare e quindi aggiustare i punti di aggancio del proprio modo di pensare a distanze molto più corte e nei confronti di quella persona ( ormai troppo stressata per poter tornare elastica come prima ) non si potranno più avere sensazionali aspettative.
Da quel momento dovranno essere le persone intorno a lei a deformarsi per aiutare quella persona a vivere una vita umanamente accettabile.
Purtroppo non tutti sono in grado di adattarsi al punto da accondiscendere alle necessità di quella mente spezzata: ricordate che una mente spezzata è un sacrificio che fa una persona per aiutare chi ha la mente elastica a ricordarsi di non tirare troppo i propri punti di aggancio.
Questo sacrificio di moltissime persone aiuterà il mondo umano a rallentare fino a capire che un essere umano è limitato e bisognoso di cure e tempo per vivere e non solo per essere adoperato.
Una mente spezzata è un limite oltrepassato della nostra società, è una mancanza di consapevolezza sociale e rispetto per i limiti.
Ci sono tantissime cose che non funzionano nella nostra società: ed è grazie al sacrificio delle menti spezzate che le persone normali possono rendersi conto che non sono eternamente efficienti e prestanti. Le persone non sono macchine a cui basta sostituire un pezzo e tutto torna alla normalità. Le persone sono persone.
Le persone sono creature con necessità e bisogni, ed è responsabilità di tutti impegnarsi di prendere coscienza di chi sono e di cosa hanno bisogno.
Se un giorno quella mente spezzata che tu hai chiamato pazzo avrà pietà di te e ti starà accanto quando anche tu sarai spezzato, ricorda che quello che avrà più bisogno sarai tu e non lui: perché lui avrà fatto delle scelte che tu ( mentre eri “ perfettamente sano e funzionante ” ) hai giudicato male e non meritevoli della tua attenzione.
Sono i pazzi a ricordarci quanto è importante prenderci cura della nostra mente.
Sempre vostra, Iro Järvinen.
Grazie a DS stories per l'immagine...