Grafologia teorica e pratica

I frutti ambigui - la competizione

Quando mi sono impegnata oggi pomeriggio per ripulire la mia stanza, ho avuto modi di riflettere sul come sia riuscita a mettere in piedi sane abitudini giorno dopo giorno.
allora mi sono detta: " ti meriti un premio doppio, perché non solo ti stai occupando delle pulizie domestiche in modo egregio, ma hai anche la mente per macchinare il post del giorno " e così mi sono regalata la mia tisana preferita di menta e liquirizia.
Ci ho pensato molto e mi sono resa conto che questo argomento è ampio, c'è molto da dire al riguardo, ma ho ritenuto fondamentale focalizzarmi sul concetto ( quasi banale, ma poi non così tanto ) che il premio va a chi lo merita, e non necessariamente lo merita solo chi eccelle.
Chi eccelle. ma chi eccelle? chi compie quel gesto meglio di chiunque altro?
Vero. ma allora tutti gli altri? non valgono nulla?
Gareggiare porta sempre ad un solo vittorioso che esiste solo ed esclusivamente grazie alla presenza della platea di " perdenti " ( se così vogliamo chiamarli ).
Ma allora....? i perdenti sono fondamentali quanto i vincenti?
é così: chi vuole vincere ha bisogno qualcuno ( mmm...più di qualcuno ) che si becchi la patata bollente della sconfitta.
 
Di calcio non ne so molto, ma mi basta vedere i cori sugli spalti per capire quanto accanimento ci sia contro il potenziale perdente, e la cosa terribile è che se dovessi riuscire a vincere: se non sarai in grado di mantenere il titolo dimostrando costantemente il tuo livello " superiore " sarai doppiamente punito dalla possibile sconfitta.
Esatto: competere per dimostrare di dover vincere contro qualcuno non necessariamente è un bene.
Posso comprendere come il mondo dello sport si basi proprio sulla competizione, ma a livello mentale, la persona sottoposta a questo stress, ritengo che soffra anche di più di chi ha preso la patata bollente, perchè non si può permettere fragilità. non si può permettere di essere imperfetto.
 
Purtroppo è così: nelle competizioni se perdi vieni svalutato in quanto perdente, se vinci vieni costretto la vostra successiva a dimostrare nuovamente il tuo valore perchè viene comunque messo in dubbio..
Quindi o non vali niente e vai sempre più giù nel podio, oppure devi costantemente dimostrare che vali qualcosa aumentando di partita in partita l'aspettativa e se qualcosa andasse storto per cui si dovesse subire una sconfitta, ecco che in un colpo solo ci si ritrova nel fondo del fondo insieme ai perdenti..
 
Certo non voglio giudicare il mondo dello sport adesso ( l'ho preso solo come esempio lampante ), però vorrei calare questo concetto di competizione " tossica " dove il premio va solo al migliore, nel quotidiano.
conosco persone che se non dimostrano agli altri costantemente chi sono, crollano come un castello di carte, e anzi! urlano ancora più forte l'importanza del loro valore, valore in cui , ahimè, non credono affatto.
Credo che chi debba dimostrare costantemente il proprio valore, è perchè cerca negli altri la soddisfazione di un desiderio di premio che nemmeno lui ritiene di meritare.
Perchè impazzire con gesti teatrali di grande impatto quando non sai valorizzare nemmeno il fatto di esserti alzato dal letto nonostante non ne avessi voglia?
In genere più il teatro messo in piedi dalla persona nei tuoi confronti è maestoso, più quella persona manca di autostima.
Il valore non è necessariamente legato con la vittoria di una competizione con qualcuno ( quindi un evento contro qualcuno di esterno a noi ), ma al premio di valorizzazione che la persona riceve anche in caso di fallimento contro quella figuara esterna da sè, in quanto l'obiettivo non era guadagnare credibilità all'esterno, ma all'interno..
Quando ci muoviamo dentro noi stessi, inevitabilmente ci rendiamo sempre più conto che non serve urlare e tanto meno fare teatri domostrativi per avere valore, perchè il valore lo si commisura in base alle proprie potenzialità, e non a quelle altrui.
 
Ma proviamo con qualcosa di più dolce: hai mai pensato a quanto è soddisfacente prendere un piccolo premio per piccole vittorie nell'accompagnare noi stessi nelle azioni di tutti i giorni?
 
un antico proverbio finlandese della maestra Iro Järvinen dice:
valintasi mukaan teet vain sen, mikä antaa sinulle palkinnon, ja palkinnon saa vain rohkea. Ota siitä kaikki irti ja saat palkintoja
 
Per tua scelta farai solo ciò che ti darà un premio, e un premio si dà solo a chi è valoroso. Valorizzati e avrai premi.
 
Perciò,....se vuoi avere valore: premiat ad ogni sforzo, anche il più piccolo. 
ricorda: se vuoi un premio devi prima di tutto renderti conto che hai un valore e che ogni tuo impegno costa fatica che merita di essere ricompensata.
se vuoi avere valore devi essere il primo a dartene e renderti conto che sei prezioso.
 
Sempre vostra, Iro Järvinen

Grazie a cottonbro per l'immafgine

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