La mente umana ha la capacità di fare cose davvero incredibili, e questa sua potenzialità deriva dalla sua completa incapacità di essere agganciata alla realtà.
Voi Pennini allora potreste dirmi che se vedete un tavolo e lo toccate, allora per forza possiamo connetterci con il reale: perché percepite il tavolo così come lo percepiscono le persone intorno a voi. Allora vi lancio una provocazione: mai sentito parlare di Matrix?
Arnaldo Benini ( professore emerito di Neurochirurgia e neurologia presso l’Università di Zurigo. Collabora alle pagine di scienza e filosofia del Domenicale del Sole 24 Ore. Le sue ultime pubblicaizioni comprendono - La mente fragile - 2018, - Neurobiologia del tempo - 2020, nuova edizione e - Neurobiologia della volontà - 2022 )
ci dice le seguenti parole:
“La realtà del mondo in cui viviamo non è quella esterna, ma quella che il cervello crea elaborando i dati delle sensazioni: lì dentro, nei meccanismi cognitivi del cervello, e non altrove, avviene tutto ciò di cui siamo consapevoli. Il cervello non proietta nulla all'esterno, perché l'esterno che noi possiamo percepire e nel quale viviamo è dentro di noi. ”
E ancora:
“ In natura la forma (o il cambiamento) deriva dal fallimento, non dal successo. Il cervello - come la vita - non cerca di vivere, ma di non morire. Questo fa sì che il successo sia un accidente del caso tra ciò che il fallimento si lascia dietro, quando uno è consapevolmente delirante quanto basta da camminare fuori rotta, per tutto il tempo che occorre. ”
Lo dice il neuroscienziato Beau Lotto scrive, nel libro "Percezioni- Come il cervello costruisce il mondo" (p.9)
Esattamente: sulla manipolazione della percezione.
Il cervello percepisce solo ed esclusivamente ciò che è in grado di percepire.
Ovviamente ci sono diversi meccanismi all’interno del cervello che ci permettono di rimanere nel mondo reale e di renderci conto di cose come lo scorrere del tempo, e questi meccanismi attivi ci permettono di non cadere nelle psicosi.
Una persona psicotica ( Wikipedia - Psicosi ) percepisce la realtà in modo alterato e fra i sintomi più conosciuti ci sono le allucinazioni, le quali possono coinvolgere uno o più sensi, convincendola quindi di percepire il tutto come eventi reali.
Tutto questo che cosa significa?
Semplice ( ma complesso ): che se vogliamo fare della nostra vita una ricerca di piacere e non una sofferenza da evitare, dobbiamo adoperarci attivamente per conoscere noi stessi e comprendere quali sono le regole di fondo da rispettare.
Le persone sono tutte diverse e hanno bisogni \ desideri tutti diversi, commisurati al loro modo di essere.
Nell’essere umano convivono 4 temperamenti, presenti in modo più o meno marcato in base alla tipologia di abitudini della persona.
Padre Girolamo Moretti ( frate fondatore della più influente scuola di pemnsiero della grafologia italiana ) li individua con i seguenti nomi: Cessione, Assalto, Resistenza, Attesa.
La vera abilità della persona sta nel riuscire a dare ( a grandi linee ) lo stesso spazio fra questi quattro atteggiamenti fondamentalmente strutturati a coppie di opposti.
Attraverso una indagine grafologica è possibile individuare quanto spazio conferisce una persona ad ogni temperamento.
In genere quando l’apporto di ogni temperamento risulta strutturalmente equilibrato, abbiamo un senso di stabilità all’interno dell’individuo che dimostra che i due inconsci ( Articolo - Il doppio inconscio ) hanno una relazione di sostegno. Al contrario, se la persona tende ad un eccesso di un o due temperamenti a scapito degli altri, è molto probabile che i due inconsci tendano a sabotarsi a vicenda.
Qui arriviamo al cardine di questo articolo, la mente può perseguire un percorso di evoluzione o di involuzione.
In modalità di evoluzione la nostra parte più profonda viene amplificata in modo corretto e gestito, permettendoci di mostrarci per ciò che siamo. Mettiamola così: la parte più profonda vuole uno spazio che in un modo o in un altro verrà fuori, mentre la parte più in superficie, ( ma comunque sotto il pelo dell’acqua ) modera in modo automatico le tempistiche di esposizione e soddisfazione dei bisogni di ogni parte di noi.
Ovviamente la prima strada che indico è in salita e si può percorrere solo ed esclusivamente con l’impegno di tutti i giorni, la conoscenza data da un continuo informarsi e con l’investimento di risorse sia a breve che a lungo termine.
La seconda invece è facile, comoda non serve industriarsi: è caratterizzata da un continuo lasciarsi andare.
Il desiderio di evolversi ha la caratteristica di decidere di focalizzarsi sul successo e la voglia di essere ogni giorno un passettino più complessi e attivi del giorno precedente; chi sa evolvere vede l’errore come una opportunità e individua nei micro obiettivi la chiave del successo per problemi sia grandi che piccoli. Chi si evolve accetta i propri limiti e li sfrutta a proprio favore per specializzarsi. La fiducia nelle proprie capacità è peculiare in quanto la persona conosce se stessa e sa quando spendere le energie e quando metterle a riposo. Chi si evolve cancella informazioni marginali dalla propria memoria e trattiene invece quelle più essenziali, e cioè quelle che servono per venire rielaborate in modo produttivo. Chi si evolve sa farsi aiutare ed è in grado di riconoscere se un bisogno va soddisfatto autonomamente oppure da qualcuno. Chi si evolve non sa tutto: ma sa dove andare a cercare le informazioni di cui ha bisogno. Chi si evolve sa riconoscere un dato di fatto da una opinione. Chi si evolve critica costruttivamente gli altri e sé stesso.
Chi si evolve non vede necessario sfruttare il pregiudizio ( Articolo - Il pregiudizio ), in quanto lo ha educato in una modalità di comunicazione più produttiva per relazionarsi con gli altri, ma senza fare uso del senso di colpa in modo indiscriminato .
Chi tende all’involuzione, è una persona che fa quello che si sente e affidandosi allo scorrere delle emozioni che lo controllano, rendendolo soggetto alla suggestione da parte sia di persone che pensano di aiutarlo sia da persone disoneste che lo manipolano.
Succede che una persona ignorante ( non stupida, intendo considerare le persone proprio che non sono consapevoli di informazioni importanti che potrebbero migliorar loro la vita ) per quanto buona, possa venire raggirata da malintenzionati che fanno leva sulle sue paure per estorcere denaro.
L’involuzione è un atteggiamento passivo che si autoalimenta in modo automatico, e che più prosegue, più si rende stabile all’interno della persona.
Anche il sistema evolutivo si autoalimenta: ma con la sostanziale differenza che attua un sistema di costante apertura e correzione del proprio tiro in modo da lasciare spazio a costanti ( anche se non necessariamente immediate ) cambiamenti.
Essenzialmente questi due tipi di modalità non sono mai puri.
C’è chi preferisce una strada e chi l’altra, e poi ci sono le persone che fruttano un po’ tutte e due le modalità, ma solo in un caso: e cioè quando la persona passa dall’involuzione all’evoluzione, è raro che una persona che ha assaggiato i frutti dell’evoluzione passi a quelli più amari dell’involuzione. Ma ovviamente in questo mondo è tutto possibile e ogni situazione è peculiare a modo suo, e come tale va conosciuta e valorizzata.
E voi? Involvete o evolvete?
Vi siete ritrovati nelle mie parole? È molto probabile di sì, ma io non sono un padre eterno… e per questo ho deciso di aprire le orecchie e chiudermi la bocca.
Grazie a Nano Erdozain per l'immagine.
Grazie a Nano Erdozain per l'immagine.
Vi lascio con un caloroso abbraccio.
Sempre vostra, Iro Järvinen