Grafologia teorica e pratica

Intelligente? Tanto, poco o mezzo!?

Ah che domandone l’intelligenza.
Pennini miei, non vi è mai capitato di sentirvi “ stupidi ” o per meglio dire, poco intelligenti?
E che cosa vi ha portato a definirvi più o meno intelligenti di altri?
Cosa porta una persona mediamente incasinata, a chiedersi quanto essa possa essere intelligente?
E in fine: che diavolo vuol dire essere intelligenti?
 
Wikipedia dice:
“ […] Benché i ricercatori nel campo non ne abbiano ancora dato una definizione ufficiale (considerabile come universalmente condivisa dalla comunità scientifica), alcuni identificano l'intelligenza (in questo caso l'intelligenza pratica) come la capacità di un agente di affrontare e risolvere con successo situazioni e problemi nuovi o sconosciuti; […] di capire un fenomeno e le sue relazioni con tutti gli aspetti non apparenti che interagiscono con tale fenomeno, la capacità quindi di leggervi dentro. ”
Ah cosa estremamente importante, non è solo una caratteristica animale l’uso dell’intelligenza: “ […] oggi l'intelligenza viene da alcuni attribuita, in misura minore, anche alle piante e agli organismi unicellulari […] ”
 
Allora, direi tanta carne al fuoco in sole pochissime righe. Solo prendendo di cattiveria da sua eccellenza Wikipedia, queste definizioni, ritengo di avervi messo in testa non poca confusione
( https://it.wikipedia.org/wiki/Intelligenza Per chi volesse ecco il link ) .
 
Partiamo prima di tutto con la cosa più importante di tutte: ad oggi non sappiamo che cosa significhi esattamente la parola intelligenza. Scienziati e ricercatori del campo, si ritrovano fra le mani questa bella gatta da pelare, perciò un po’ prenderò spunto da loro e un po’ dirò che cosa ne penso io basandomi sulla mia illustrissima intelligenza >:3
 
Fra le due definizioni che sono state presentate come più significative, io escluderei ( per così dire ) la prima.
Perché?
Perché secondo me non è esaustiva e applicabile a tutti i tipi di intelligenza.
Orrore! Cosa ho mai detto?!
Ma allora ci sono più tipologie di intelligenza?
Oh oui, madame.
 
Intelliggere ( leggere fra le righe, intendere, comprendere ) credo sia un atteggiamento comune a tutti campi di applicazione in cui le intelligenze operano. E quindi secondo me è fondamentale cercare prima di tutto una strada maestra, per poi scendere nei dettagli.
La seconda definizione recita: “[…]  di capire un fenomeno e le sue relazioni con tutti gli aspetti non apparenti che interagiscono con tale fenomeno, la capacità quindi di leggervi dentro. ”
 
Quante volte capitano quelle situazioni in cui durante il discorso di un terzo individuo che racconta a noi e alla nostra amica delle cose assurde, lei guardandoci per un secondo mostra un fugace sorrisetto ammiccante per farci capire che il terzo elemento sta farneticando? Ma giustamente non lo si vuole apertamente offendere e tutto si conclude con lei fintamente interessata al discorso complottista di turno.
Questo che ho appena raccontato è un tipico evento complesso che si può verificare tante volte quante respiriamo.
La realtà si mostra sotto diversi aspetti più o meno evidenti ( perché siamo noi fatti a più livelli… il fatto che la realtà si veda o meno dentro questi livelli non dipende da “ lei ” ma da come siamo fatti noi e in che modo la assimiliamo, considerando quali sono i tipi di informazioni che più notiamo facilmente secondo la nostra struttura ) , e per poter attivare in modo adeguato la nostra intelligenza e così creare connessioni più o meno profonde, è fondamentale incamerare informazioni dal mondo che ci circonda e cioè: imparare, discriminando cosa è oggettivo e cosa non lo è ( banalmente distinguere fatti da opinioni personali – al più presto Io e Luca faremo un articolo a quattro mani molto dettagliato sperando di essere il più chiari possibile, è un argomento a me estremamente caro, e ci tengo a metterlo in campo il prima possibile ).
 
Io ho detto fra parentesi poco fa una cosa che tanto fra parentesi non meritava di stare.
Ho introdotto il fatto che la realtà per come è non ha nessun livello, è il nostro cervello strutturato a livelli ( vedi la struttura dei tre cervelli: Cervello, Abitudini e una grafologa curiosa ) e ogni livello incamera ed elabora le informazioni recepite dal rettiliano in maniera completamente diversa.
Esatto, il primo cervello ha la funzione principale di accogliere le informazioni per poi farle avere ai successivi livelli.
Questo cervello alle volte è estremamente elastico e alle volte fin troppo rigido.
È un po’ come la classica porta americana o è sciolta dal catenaccio interno e quindi può aprirsi e chiudersi a piacimento in base alla situazione ( questo è visibile in grafologia con l’apertura e la chiusura armonica degli occhielli all’interno della grafia, par capirci i tondi delle lettere “ a ”, “ o ”, e derivati ) oppure è perennemente o chiusa o incatenata in modo che sia appena aperta, giusto per dare uno sguardo in sicurezza a chi ha suonato il campanello ( segni acuta, secca e irta ).
 
Non è possibile aprire la mente all’esterno senza apporre chiusure in altre parti.
Facciamo conto che la nostra mente sia come appartamento con diverse stanze.
Se volessimo aprire di più la porta dovremmo avere la certezza che dalle altre finestre che in quel momento non possiamo controllare, ci siano i giusti sistemi di sicurezza che le chiudano in caso di eventuali attacchi in nostra assenza. Se invece non abbiamo alcun controllo e le finestre dell’appartamento sono tutte irrimediabilmente spalancate, e non riusciamo a chiuderle perché temiamo la claustrofobia, ci assicuriamo di avere la porta di ingresso ben chiusa, in quanto non vogliamo aggressioni dirette. Ma questo ci rende falsamente in sicurezza… è un po’ come il pericolo percepito paragonato al pericolo reale. Se facciamo entrare le persone esclusivamente dalla porta d’ingresso e chiudiamo la maggior parte delle finestre dell’enorme appartamento, aprendole quando lo vogliamo noi e in modo assolutamente limitato, allora ci sentiamo più al sicuro e facciamo entrare più invitati senza problemi nel nostro domicilio. Questo perché sappiamo fare un ottimo controllo di check in.
Se il check in non lo sappiamo fare, non sapremo fare nemmeno il check out adeguatamente… e questo è un problema.
 
Quando vi dicono che dovete aprire la mente, ditegli di andarci piano perché aprire la mente è qualcosa che va fatto per gradi ( sempre se ci è possibile farlo in maniera più o meno evidente, dopotutto ci sono persone che hanno un vissuto tragico… non potete dire loro di lasciar perdere il loro trascorso e di aprirsi a nuovi orizzonti dall’oggi al domani, quella persona deve gestire un bagaglio di finestre aperte non poco doloroso ).
 
Aneddoto: una volta un ragazzo mi disse che grazie alla marijuana, esso avrebbe avuto la possibilità di “ sbloccare ” la ghiandola pineale ( ghiandola deputata alla secrezione della melatonina che gestisce il ciclo sonno – veglia ) e così ( esattamente come dicevano gli insegnamenti Rosacrociani )  attraverso opportune metodologie ( suppongo intendessero un cannone che manco nel 15 – 18 ) , sarebbe stato possibile stimolare tale centro psichico e far risvegliare alcune facoltà latenti proprie dell'uomo, atrofizzate a causa del loro inutilizzo.
Aprire la mente è un processo che parte prima di tutto dalla neocorteccia, e la ghiandola pineale non si trova là! In più è parte del sistema endocrino… non è fatta di neuroni, niente niente si chiama ghiandola. Se volete forzare una ghiandola con le sostanze ben venga. Se volete educare il vostro cervello a sbloccare certe ghiandole dovete lavorare sui neuroni che la gestiscono e non sulle ghiandole stesse… se agite direttamente nel sistema endocrino, escludete completamente l’azione neurologica ( in quanto non sarà più la struttura cerebrale con i propri neurotrasmettitori ad attivarla, ma una sostanza dall’esterno ) e vi renderete sempre più dipendenti da cose come marijuana, e altre droghe. Se davvero volete “ aprire la mente ”, dovete “ darvi fastidio ” ascoltando cose che non vi piacciono e che sono difficili da capire. Aprire la mente per accogliere novità e cambiamento significa fare proprio questo: ascoltare novità e cambiare abitudini. Non è spalancando porte e finestre con una sostanza esterna che riceverete più informazioni, anzi, non farete altro che morire di freddo e farvi invadere da chiunque voglia violare la vostra vita personale.
 
Sul concetto di apertura mentale ne ho già parlato ampiamente in un precedente articolo: Sono aperta o chiusa di mente? 
Bene proseguiamo.
 
Abbiamo capito che il triage delle informazioni non è cosa semplice, ma una volta accolti dall’esterno tutti i dati che riteniamo importanti, ecco che prima svisceriamo quello che ci piace da quello che non ci piace per poi mandare tutto in pasto alla macina della nostra neocorteccia.
 
Ogni persona è più o meno sensibile a determinati pacchetti di informazioni e in base alla loro naturale tendenza possono sviluppare in modo più o meno accentuato una o più intelligenze.
Esattamente: ognuno di noi possiede almeno 9 intelligenze, e nel tempo scopriamo le nostre tendenze tipiche. Ora condividerò quelle che fin ora la comunità scientifica ha riconosciuto.
 
    • Intelligenza logico – matematica: capacità di effettuare calcoli, ricordare operatori matematici e organizzare gli eventi attraverso la logica deduttiva e il ragionamento;
    • Intelligenza verbale – linguistica – musicale: è la capacità di apprendere un vocabolario ampio di termini e di cambiare registro linguistico senza particolari difficoltà; questa intelligenza è molto legata all’udito, quindi tipicamente chi comprende e apprende in fretta le lingue, non ha nemmeno problemi nell’ambito musicale. Per capirci è l’intelligenza dei suoni.
    • Intelligenza corporeo – cinestetica: è tipica di chi lavora con il corpo: ballerini, atleti, ginnaste e tutte le discipline sportive. Questa intelligenza permette una percezione dettagliata del proprio corpo e di muoverlo con estrema precisione. Le parti del cervello che lavorano principalmente a favore di questa intelligenza sono: il talamo, il cervelletto, i gangli fondamentali, più altre piccole aree.
    • Intelligenza spaziale – visiva: riguarda la percezione degli oggetti nello spazio e delle forme. Permette una sviluppata memoria per i dettagli ambientali e le caratteristiche esteriori delle figure, permette un ottimo senso dell’orientamento e riconosce oggetti tridimensionali in base a schemi mentali piuttosto complessi. È importante nella creazione di arti figurative.
    • Intelligenza emotiva interpersonale: capacità di comprendere e gestire le altrui emozioni ( in grafologia tipicamente comprende chi ha segni come sinuosa e flessuosa )
    • Intelligenza emotiva intrapersonale: capacità di comprendere e gestire le proprie emozioni.
    • Intelligenza naturalistica: ottima capacità utilizzata in biologia. Richiama tantissimo alla identificazione, distinzione e classificazione di specie animali. Per capirci aiuta tantissime persone appassionate di motori a distinguere un auto dall’altra ( ovviamente esclusa la targa ) per modello e casa produttrice anche nella penombra, in quanto ne riconosce la carenatura o la carrozzeria.
    • Intelligenza ecologica: capacità di comprendere e organizzare la struttura degli ecosistemi e delle relazioni fra loro in modo più o meno complesso.
    • Intelligenza esistenziale: tipica di filosofi e pensatori di tutte le epoche, questa intelligenza porta le persone a riflettere in modo consapevole sui grandi temi della speculazione esistenziale, e di generare complessi processi di astrazione delle categorie concettuali che possano essere validate a livello universale.
    • Ovviamente ci sono tutta una serie di capacità umane estremamente importanti come l’intelligenza pragmatica ( compiere gesti pratici piuttosto di perdersi in speculazioni ), il problem solving ( la capacità per cui, data una serie di risorse e mezzi, risulta in grado di raggiungere un determinato obiettivo in mono più o meno ottimizzato superando ostacoli di varia natura ), la comprensione, l’apprendimento, il ragionamento critico, … e chi più ne ha più ne metta.
 
Essere più o meno intelligenti attualmente è una frase che non ha nessun senso.
Quando vi dicono simili fregnacce, è come dire ad un calzolaio che non sa fare l’avvocato: Per Giove Tonante! Eccerto che se fa il calzolaio e non fa l’avvocato un motivo c’è ( anzi più di uno ).
Mettete un illustre avvocato a incollare suole per 12 ore filate, vediamo quante ne riesce a incollare in maniera decente senza incollarsi le dita.
 
Non è l’essere più o meno intelligenti il problema. Il problema è permettere ad una persona di esprimersi secondo le sue abilità più spiccate.
È perfettamente inutile chiudere un ragazzino dentro una accademia militare se è ultra sensibile alle proprie e altrui necessità emotive, è l’equivalente di torturarlo.
 
Quello che voglio dirvi oggi è: guardatevi per come siete fatti. Osservate semplicemente quali sono le azioni che compiete ogni giorno.
Cosa vi fa svegliare al mattino?
Siete predisposti o meno all’università?
Avete la tendenza ad ascoltare o a fare da intrattenitori? Vi piace il public speaking?
Leader da retrovie tattiche o ottimo soldato da prima linea di assalto?
 
La grafologia è soprattutto questo: identificazione delle vostre più innate capacità e comunicazione all’interlocutore delle stesse, per renderlo consapevole di quello che fa tutti i giorni.
 
Non importa quale intelligenza abbiate, l’importante è che sappiate che nessuno è più intelligente di qualcun altro, al massimo si è più o meno predisposti nell’azione di uno o più campi di riferimento.
 
Nessun Pennino è stupido o poco intelligente, tutti voi siete preziosi e meritate tutto il rispetto di cui avete bisogno.
Grazie a Rhalf Ryan Gejon per l'immagine
 
Sempre vostra, Iro Järvinen.
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