Mi è sempre stato insegnato fin da bamboccia che se ti guardi indietro e ripensi ai fattacci della vita, potrai notare come tutto sia sempre andato bene anche nel male.
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Esatto. Mi è sempre stato detto che ero protetta anche quando mi succedevano le peggio cose, perché quella protezione mi impediva accadesse qualcosa di peggio, quindi io capivo che sarei sempre stata al sicuro.
Ma era un dio che mi proteggeva? Oppure c’erano persone che agivano conseguentemente ai miei casini ( voluti o meno che fossero )?
Ah! dio...benedetto dio...quante volte avrei voluto salire fin davanti al suo trono e dirgli: ma che cazzo di lavoro fai per me? Cioè mi fai incasinare nelle peggio maniere in situazioni che manco tuo figlio in croce e poi mi mandi la gente a risolvere tutto? Ma chi ha chiamato il 118 quella volta? Tu o io? E per caso agli operatori che mi hanno assistita, hai infuso loro per grazia divina la conoscenza medica mentre erano all’università, oppure si sono fatti un culo atomico per passare gli esami e affrontare i tirocini notturni affinché io potessi chiamarli in piena notte? ( Fra l’altro pagati una pippa di tabacco dallo stato ? )
No. Io non ci credo più alla fregnaccia che ci sia qualche alone di salvezza sopra il cielo di questo mondo di merda. Se vuoi qualcosa in questa vita del cazzo devi spaccarti in due, aprire la testa, farci entrare le informazioni e lavorare, fare qualcosa! Fatta bene o male che sia, la devi fare tu.
Ho aspettato per anni la botta di culo o che la provvidenza mi venisse incontro.
Sbagliavo.
Ho buttato 8 anni di lavoro dipendente accettando qualsiasi condizione pur di lavorare.
Da quest’anno ho detto basta. Non mi abbasso più a 2 euro l’ora pur di prendere qualche soldo. Sono una persona e come tale ho la possibilità di scegliere.
Non c’è nessun dio che faccia qualcosa al posto mio, e se veramente c’è e non fa nulla, non merita nemmeno 3 minuti del mio tempo, figurarsi 1 ora di messa a settimana con annessi rosari \ viaggi per raggiungere la chiesa e fregnacce varie.
Un dio che non fa nulla, non merita nulla. Se andando dall’altra parte scoprirò che esisteva un dio, andrò personalmente difronte a lui dicendo espressamente di mandarmi nel girone peggiore dell’inferno, perché so che là dentro sarei in grado non solo di farne un posto vivibile, ma mi organizzerei talmente bene da farne il mio paradiso personale.
Non mi importerà più se dovrò scendere a patti con satana o qualsiasi altro animale infernale, sarò pronta ad affrontarli.
La realtà di tutta questa storia è che ci siamo inventati le divinità superiori solo per avere una parvenza di controllo su eventi che, ahimè, non possiamo controllare e non controlleremo mai!
Perché non temo che le dittature possano essere eterne?
Perché non puoi controllare tutto, e più sono le persone che controlli e più diventa esponenzialmente alta la possibilità di fallire. È un po’ come un segreto: più aumentano le persone che sono a conoscenza di questo segreto e più aumenta in modo vertiginoso la possibilità che esse possano svelarlo a terzi, a quel punto non sarà più un segreto.
L’illusione del controllo ci aiuta ogni giorno a farci meno ansie per quanto riguarda il possibile accadimento di eventi avversi che potremmo incontrare durante lo svolgimento della nostra vita.
Posso capire perfettamente la necessità della nostra mente di sentirci al sicuro, al punto da inginocchiarci davanti ad una qualsiasi icona sacra con la speranza che possa fare da portavoce al santo o la divinità che essa rappresenti.
Purtroppo però vedo anche che fine fanno le persone troppo religiose, prese dal senso di colpa e dalla necessità di fare carità, comprano santini ad ogni pellegrinaggio, come se il precedente non funzionasse più, giustificando la propria ansia come un normale sentore di fedeltà alla religione cui aderiscono.
Lo trovo triste perché queste persone potrebbero responsabilizzarsi e utilizzare il tempo speso in quei dolorosi percorsi fatti in ginocchio sul cemento in una spa o in un qualsiasi altro luogo più piacevole.
Ne ho sentite di nonne che si punivano per non aver pregato adeguatamente… e poi ci meravigliamo se arrivano in fin di vita ridotte a degli stracci.
La mia vita è una e non ho intenzione di sprecarla dietro a sofferenze inconcludenti.
Se devo soffrire deve essere per una motivazione concreta. Altrimenti mi dispiace, ma non ne vale la pena. Preferisco dire no a dio e fare la vita come mi riesce secondo quello che fa parte della mia reale sfera di controllo piuttosto che svendermi alla speranza che un rosario in più mi possa aiutare come fanno le assicurazioni.
Dio non assicura nulla. Se questo dio c’è, non merita comunque il mio tempo.
L’unica cosa che rimpiango nella mia vita è di non avere avuto il coraggio di averlo abbandonato prima.
Grazie a Ron Lach per l'immagine.
Sempre vostra, Iro Järvinen.
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